“Nessuno può tornare indietro, ma tutti possono andare avanti”

ENNIO DORIS

 
Ennio Doris amava ripetere: «il miglior modo per essere egoisti è essere altruisti».

Non solo lo diceva, ma lo metteva in pratica nell’esercizio del suo lavoro quotidiano. Spinto da un naturale interesse verso gli altri e animato da un genuino senso di restituzione. 

Nelle relazioni con il prossimo, nelle azioni che metteva in campo come persona o come imprenditore, nell’applicazione quotidiana di suoi comportamenti virtuosi e concreti che lo hanno posto sempre vicino alle persone e ai loro bisogni. 

"Un maestro porta in aula dei palloncini e ne regala, uno ciascuno, ai suoi giovani studenti. Poi invita i ragazzini a scrivere il proprio nome sul palloncino, a posarli sul pavimento e a lasciare l’aula. Una volta fuori, disse loro: ‘Avete cinque minuti affinché ognuno trovi il palloncino che porta il proprio nome. Fu una baraonda, ci fu una gran confusione ma nei cinque minuti a disposizione i ragazzini non ce la fecero a rimettere in fila proprietari e palloncini’. Il maestro a quel punto disse ancora: ‘Lasciate i palloncini, poi uscite dalla classe. Li richiamò dopo pochissimi minuti… Prendete qualsiasi palloncino e consegnatelo al legittimo proprietario’. In pochi minuti tutte le caselle andarono al posto giusto. Alla fine il maestro: ‘I palloncini sono come la felicità. Nessuno la troverà cercando solo la propria. Invece, se ognuno si preoccuperà di quella dell’altro, troverà in fretta quella che gli appartiene’"

Ha dato tanto, ha sempre dato a molti. A chi gli chiedeva una mano rispondeva “Io per te ci saró sempre”.  Non faceva mai mancare il suo sostegno a chi si rivolgeva a lui; che fossero giovani, oppure donne e uomini di ogni età ma bisognosi di attenzione o di qualche azione concreta. Oppure, ancora, volontari, enti pubblici, associazioni, portatori di progetti solidali, talvolta anche intere comunità. 

“…E allora io dico che, per quanto mi riguarda, per tutto quello che ho ricevuto, mi comporterò in maniera che io possa consegnare qualcosa di meglio al prossimo rispetto a quello che ho ricevuto io. Ed è questo atteggiamento di dedizione rispetto agli altri che poi alla fine ti ripaga enormemente"

Tenacia, impegno e dedizione furono alcuni tratti distintivi del suo carattere, del suo modo di interpetrare la vita, della sua esistenza intera. Inguaribile ottimista, banchiere illuminato, visionario, sempre pronto a fare la propria parte per il suo amato Paese e a mettere a disposizione idee e azioni a vantaggio dell’economia italiana, guidato da un fortissimo principio di restituzione. Ennio Doris ha lasciato un’eredità di valori che saranno sempre fonte d’ispirazione per coloro i quali hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di collaborare con lui.

 

GLI INIZI

 

 

 

Ennio Doris, per oltre quarant'anni è stato protagonista indiscusso della grande finanza italiana nonché imprenditore, banchiere e fondatore di Banca Mediolanum, una delle più importanti e innovative realtà del panorama bancario nazionale. 

Nasce a Tombolo il 3 luglio del 1940 e nel 1966 sposa Lina Tombolato dalla quale ha due figli - Massimo e Sara - che guidano oggi il Gruppo ricoprendo rispettivamente la carica di Amministratore delegato e Vicepresidente di Banca Mediolanum.

 

 

Da bambino sognava di diventare mediatore di bestiame come suo padre, Alberto. Ma all'età di dieci anni si ammalò di nefrite, concentrandosi così sugli studi. Col senno di poi si può dire che quella malattia fu un vero e proprio colpo di fortuna: costretto a letto per quasi un anno, i libri divennero la sua unica evasione dalle quattro pareti di una stanza che lo isolava dal resto del mondo. Era già uno dei primi della classe, continuò ad esserlo studiando da casa. Finite le elementari, il dottore spiegò ai genitori che sarebbe stato meglio tenerlo lontano dal lavoro poiché un eventuale ricaduta avrebbe potuto rivelarsi fatale. Così, visti i risultati scolastici, proseguì gli studi abbandonando l’idea di lavorare con suo padre come sempre aveva desiderato.

“Le cicatrici sono il segno che è stata dura. Il sorriso è il segno che ce l’hai fatta”

Dopo il diploma in ragioneria, iniziò la sua carriera presso la Banca Antoniana di Padova. Divenne, poi, Direttore Generale delle officine meccaniche Talin di Cittadella (PD) guidate dall'industriale Dino Marchiorello che fu uno dei personaggi chiave nella sua vita. Così come Gianfranco Cassol, amico da sempre, che lo convinse a fare il promotore finanziario nel 1969 presso Fideuram, occupandosi di gestione dei risparmi delle famiglie e poi in Dival (Gruppo Ras), dove, partito con un gruppetto di collaboratori, in pochi anni arrivò a gestire oltre 700 professionisti.

Durante quei primi importanti anni di esperienza furono innumerevoli gli incontri con clienti che gli affidavano il loro denaro. Risparmi che, ricordava lo stesso Doris, “vengono tutti dal sudore e dal sacrificio delle persone”.

Allora comprese quello che doveva fare: “aver successo non perché sono bravo a vendere qualcosa, ma perché sono utile alle persone. Per farlo - diceva - devo avere a disposizione tutti gli strumenti necessari, compresi quelli bancari”.

 

IL SUCCESSO

 

 

Così, nel febbraio 1982, dopo l'incontro a Portofino con Silvio Berlusconi fondò Programma Italia, la prima rete di consulenti globali nel settore del risparmio, inventando un nuovo modo di fare banca e avvicinando la finanza alle persone con l’intento di “diventare il punto di riferimento delle famiglie italiane”.

“Vivi ora ciò che gli altri sognano di vivere nel futuro.
Proviamo a fare sempre un passo avanti ogni giorno per realizzare i nostri sogni”

Nel 1995 nacque Mediolanum S.p.A., la holding cui fanno capo tutte le società del conglomerato del Gruppo; nel 1996 avvenne la quotazione in Borsa con l’ingresso due anni dopo nel listino Mib30. Nel 1997 Programma Italia si trasformò in Banca Mediolanum, la più innovativa banca telematica d'Italia che fondeva le potenzialità dell'approccio tecnologico con la professionalità del consulente finanziario. 

 

 

La sua fu una scommessa sul futuro, un invito a non aver paura. Perché nella sua visione, questo innovativo modello di banca avrebbe assegnato un ruolo ancor più cruciale alle persone: “professionisti che guidano il cliente nelle scelte fondamentali della loro vita, in un mondo sempre più complesso”